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L’arte dell’oreficeria

L’arte dell’oreficeria

Si definisce oreficeria l'arte della lavorazione dei metalli preziosi, quali oro e argento, al fine di realizzare gioielli e altri oggetti d'ornamento. L'oreficeria ha origini antichissime ed è in stretta correlazione con la gioielleria nella creazione di manufatti che uniscono metalli preziosi a gemme.

Le tecniche di lavorazione dell'oreficeria vantano una lunga tradizione di attività di tipo prettamente manuale, tutt'oggi ritenute di grande valore, che sono state ragione di grande prestigio in tutto il mondo. Ciononostante, l'evoluzione tecnologica avvenuta negli ultimi anni ha introdotto nell'ambito dell'oreficeria un sempre più considerevole utilizzo di macchinari e apparecchiature per la lavorazione dei metalli preziosi, grazie ai quali una vasta gamma di gioielli è disponibile per la produzione senza la necessità di un intervento umano.
Generalmente, la fabbricazione di articoli fatti con metalli preziosi e non si articola in tre diverse fasi, a loro volta suddivisibili in ulteriori stadi di produzione: approntamento del metallo prezioso, produzione dell'oggetto e rifinitura conclusiva.
La preparazione del metallo prezioso consiste innanzitutto nella fusione dello stesso: posto all'interno di un crogiolo, un recipiente fatto generalmente di grafite, il metallo prezioso viene introdotto in un forno, solitamente a induzione elettrica, dove è sottoposto a temperature elevatissime, così da convertirlo allo stato liquido. Ogni metallo prezioso presenta punti di fusione differenti: 962° C per l'argento, 1064° C per l'oro. Una volta raggiunto lo stato ideale, il composto viene versato in appositi contenitori denominati staffe, costruiti in ferro e precedentemente riscaldata e ingrassata in modo tale da favorire il successivo distacco del metallo prezioso. Il processo di versamento del metallo prezioso fuso richiede particolare attenzione e abilità da parte dell'orefice per evitare un'eventuale solidificazione a strati che andrebbe a intaccare il risultato finale.
Si passa così, dopo un processo di sgrossamento, alla fase di produzione vera e propria in cui, a partire dai fogli o dai fili ottenuti, l'orefice ricorre all'utilizzo di strumenti come bulini, lime e raschietti per procedere alla lavorazione a mano del metallo prezioso. A questo punto si può continuare con cesellature, incisioni o incassature di gemme che daranno un aspetto ben più definito al metallo prezioso a cui l'orafo intende dare vita.
In alternativa, è possibile ricorrere, come accade sempre più frequentemente, all'utilizzo di macchinari appositi che sostituiscano il lavoro manuale dell'artigiano sul metallo prezioso, come ad esempio i pantografi, le presse o le piegatrici.
Durante l'ultimo stadio di produzione, l'orafo si occupa della rifinitura conclusiva del metallo prezioso, ormai completamente trasformato, in modo tale da correggere eventuali segni o imperfezioni derivate dai processi di lavorazione precedenti.
Per fare ciò, l'orafo compie innanzitutto un'operazione di imbianchimento, che può avvenire tramite ultrasuoni o decapaggio, un particolare intervento chimico eseguito mediante soluzioni di acido volto ad eliminare lo strato di ossido formatasi sulla superficie del metallo prezioso. Si continua con il pulimento, indispensabile per la rimozione di segni esteticamente sgradevoli e per la lucentezza del metallo prezioso. L'operazione conclusiva consiste nella coloritura, tramite la quale il metallo prezioso ormai divenuto gioiello viene dapprima immerso in un particolare composto chimico a base di salnitro, sale e acido cloridrico per essere poi pulito mediante idrossido di potassio. Sottoporre il metallo prezioso alla coloritura è fondamentale per l'ottenimento di un colore che sia inalterato dalla presenza del rame e donare così al gioiello prodotto una tonalità di qualità estetica elevata.